Caso studio: premesse (lezione 2.1)

Questa lezione è un'anteprima dimostrativa. Se hai acquistato il pack oppure il corso singolo ti consiglio di vedere la lezione all'interno del corso VENDERE ZAFFERANO dove è inserita nel percorso e si possono fare anche domande.

> Vedi la lezione all'interno del corso VENDERE ZAFFERANO


Premesse del caso studio

Alla luce dei dati sulle rese, dei bulbi e dei fiori, possiamo avventurarci nella costruzione di un caso studio, in modo da verificare se uno zafferaneto da reddito può essere un'attività che ha un senso.

Per prima cosa dobbiamo inserire una serie di ipotesi alla base che semplificano un minimo il quadro delle voci che poi andremo a quantificare in termini di investimenti, ricavi e spese.

  • Facciamo un focus sulla sola fase di produzione (attività di coltivatore diretto). Ipotizziamo di poter vendere in blocco tutto lo zafferano prodotto, senza considerare da una parte il discorso marketing, dall'altra la componente laboratorio e confezionamento. Questa è una grande semplificazione, ma ci permette di capire se coltivare zafferano conviene o meno.
  • Ci concentriamo solo sulla vendita di zafferano, e dal terzo anno dei bulbi in eccesso. Non inseriamo altre forme complementari di reddito che sono possibili (si veda il cap. 5 di questo corso). Quello che potremmo aggiungere sarà un ulteriore miglioramento.

Fattori produttivi fondamentali:

Know how. Occorre conoscere come si coltiva lo zafferano.

Manodopera. Ipotizziamo di non avere lavoratori dipendenti ma di utilizzare il nostro tempo come coltivatori diretti.

Capitale iniziale. Ipotizziamo di avere una disponibilità di capitale da investire inizialmente per comprare bulbi e un macchinario (motocoltivatore).

Terreno. Ipotizziamo di avere un terreno in affitto. Non contempliamo quindi l'acquisto del terreno.


Possiamo scorrere le voci del nostro conto economico:

Investimenti. Come investimenti abbiamo i bulbi, un motocoltivatore e altre attrezzature più spicciole. Non inseriamo spese di costituzione della società, spese pluriennali di marketing funzionali alla promozione del prodotto.

Lato costi abbiamo costi tecnici connessi all'attività agricola, come concimi e attrezzi, spese di lavorazione del terreno da parte di terzisti, l'affitto del suolo. Abbiamo poi una spesa di valorizzazione della manodopera, che è poi il nostro lavoro, e altri costi amministrativi. Non consideriamo spese correnti di comunicazione, distribuzione, confezionamento.

Ricavi. Come ricavi abbiamo la vendita dello zafferano prodotto ogni anno, alla fine del terzo raccolto ipotizziamo un espianto e abbiamo la vendita dei bulbi in eccesso. Terminato il ciclo di tre anni, possiamo decidere di replicare, con la differenza che abbiamo già i bulbi di partenza per cominciare, senza doverli acquistare.


Parliamo di numeri.

Ipotizziamo una superficie coltivata di 2000 metri quadri complessivi. Inclusi bordure e spazi non effettivamente coltivati.

Compriamo 30.000 bulbi, per cui una densità di 15-30 bulbi per metro quadro. Ipotizziamo bulbi grandi (2,5-3 cm), che paghiamo 0,40 euro cadauno.

Ipotizziamo che poi andremo a rivendere i bulbi a 0,25 euro cad. (non essendo il nostro lavoro la vendita bulbi possiamo ipotizzare di ottenere un prezzo basso, sotto gli standard di mercato).

Consideriamo un fattore moltiplicativo dei bulbi di 1,5 ogni anno (stima conservativa).

Ipotizziamo di ottenere 2 fiori ogni bulbo, e di ricavare un grammo da 150 fiori. Anche questo credibile / prudente.

Come prezzo di vendita ipotizziamo 10-11 euro a grammo, prezzo da grossista, visto che ipotizziamo di vendere tutto in blocco, se vendessimo poi al privato cliente finale potremmo ricavare molto di più.

Diciamo che tutte le ipotesi fatte sono molto prudenti, per cui possiamo svolgere il nostro esercizio e osservare che se tutto sta in piedi con questi presupposti, nella realtà si potrà ottenere risultati anche decisamente migliori.

Completa e continua